Prova sclerometrica - determinazione dell’indice di rimbalzo
(UNI EN 12504-2)
Lo sclerometro consiste in una massa battente scorrevole su un’asta guida che riceve un’energia potenziale dalla tensione di una mola calibrata. La massa, battendo sul puntale, rimbalza in modo proporzionale alla durezza superficiale dell’agglomerato. Un indicatore viene trascinato dal movimento di rimbalzo della massa lungo una scala graduata, fornendo così il valore di rimbalzo (indice di rimbalzo “IR”).
Il metodo sclerometrico può essere utilizzato per valutare l’omogeneità del calcestruzzo in situ, per avere una indicazione della durezza superficiale, per delimitare regioni superficiali nelle strutture con calcestruzzo degradato e di qualità scadente e per stimare le variazioni nel tempo delle proprietà del calcestruzzo. Non è destinato però a sostituire i metodi utilizzati per la determinazione della resistenza a compressione. Questa può essere stimata approssimativamente solo in presenza di una curva sperimentale di taratura, che correli l’indice di rimbalzo “IR” alla resistenza a compressione (ottenuta mediante il prova di compressione su carote) di calcestruzzi considerati analoghi per cantiere, data, fornitore, ambiente di maturazione e classe di getto.
La curva sperimentale che si può ottenere è resa possibile dal seguente principio: l’energia restituita nel rimbalzo della massa dello sclerometro è legata principalmente al modulo elastico del materiale e quindi indirettamente alla resistenza meccanica del calcestruzzo.
Per una corretta esecuzione della prova occorre che la superficie di prova sia stata preventivamente pulita e spianata con pietra abrasiva, evitando le zone con presenza di armature metalliche. Occorre inoltre verificare durante tutte le operazioni di prova, il corretto funzionamento dello strumento, che risulta essere molto delicato, su un incudine di taratura del produttore.
Le condizioni dello strato superficiale del calcestruzzo (umidità, alterazioni da carbonatazione o aggressioni chimiche, micro fessurazioni, ecc.) hanno influenza sul valore dell’indice di rimbalzo.